Sabato
2 aprile: dalle 17.00 alle 22.00 visita alle opere.
Domenica 3 aprile: ore 17.00 conferenza su “il femminino sacro” tenuta da Andrea Amato, è preferibile la prenotazione - si prega di arrivare puntuali.
Dalle 18.30 alle 22.00 lo studio sarà aperto al pubblico per la visione delle opere esposte.
Per la vista alle opere: ingresso libero senza prenotazione.
Domenica 3 aprile: ore 17.00 conferenza su “il femminino sacro” tenuta da Andrea Amato, è preferibile la prenotazione - si prega di arrivare puntuali.
Dalle 18.30 alle 22.00 lo studio sarà aperto al pubblico per la visione delle opere esposte.
Per la vista alle opere: ingresso libero senza prenotazione.
Una
volta entrati nell'atelier di Viola Di Massimo, ci si ritrova in uno
stato di forte disorientamento
quasi in un luogo labirintico dove lo
sguardo fatica a posarsi su
di un punto particolare e dove il corpo non sa che direzione
prendere. Viola che ci accoglie lo sa bene, e ci dà il tempo, con
discrezione, di realizzare meglio dove siamo.
Forse dopo la terza volta che si vive quel luogo si riesce a capire
la via o le tante via da seguire, ma ci vuole attenzione,
concentrazione e
prima di tutto, ci si dovrà
rendere conto di essere divenuti parte integrante dell'opera visto
che il luogo in cui siamo, è
un'opera tridimensionale dove l'osservatore si trasforma e diviene
fondamentale protagonista di
quel tutto.
Ci sono molte vie da seguire: e se si mette bene a fuoco ci si accorge che ognuna conduce ad una via ben precisa chiara e visibile.
Ci sono molte vie da seguire: e se si mette bene a fuoco ci si accorge che ognuna conduce ad una via ben precisa chiara e visibile.
Nella
la via della grafite,
si verrà attratti dal librone rilegato
a mano contenente segni a carbone e grafite e poi, in un moto
naturale, lo sguardo seguirà
la via e si rivolgerà verso
il cielo per seguire altri segni appesi su di un soffitto. Se si
decide di seguire la
via della tela
saremo trasportati con lo
sguardo da opere realizzate da antichi e nuovi cotoni e da sacchi di
juta, e lo studio piano
piano diverrà grande ed inizierà ad avere una connotazione sempre
più chiara.Ne
la via del gesto,
troverete nei video proposti, piccole rappresentazioni di attimi
di sostanza
surreale,
se ancora invece, seguiremo la
via del legno,
ci verrà
naturale chiederci se le
venature siano
state fatte di proposito dall'albero per sorreggere o accompagnare
un'invenzione.
Ed in fine, se sceglieremo di prendere la via
della pietra,
troveremo figure che appaiono su antichi mattoni fatti a mano o
pietre di ardesia o marmo, e scopriremo che forse nulla è stato
creato "sopra" la materia, ma che dalla materia è apparso
qualcosa che probabilmente già esisteva nella sua memoria.E
dopo aver percorso tutte le
vie, scopriremo
ad un tratto che tutto, ma davvero tutto, ci porterà
a sentire
l'essenza
di
quel femminino
che
l'artista negli anni, fra trasformazioni e nuove scoperte, ha
maturato.
Siamo
stati abituati ad ascoltare la parola femminino
accanto alla parola sacro:
e la prima domanda
che mi viene in mente è... può esserci qualcosa di sacro anche in
un femminino... contemporaneo?
Ho
chiesto all'artista e mi ha detto con decisione e convinzione di sì,
il perché
però, forse, me lo dirà il 2 e 3 aprile durante le giornate aperte
al pubblico.
per info e prenotazioni: info@violadimassimo.com
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